Ormai da molto tempo sappiamo che Conan il barbaro è destinato a incontrare gli Avengers, a iniziare dall’evento Avengers: No Road Home per poi proseguire su savage avengers, segno di quanto la casa delle idee punti forte sul ritorno del cimmero nella sua scuderia.
il numero #5 della testata ha visto quindi il suo ingresso nell’evento sequel di No Surrender,
Di recente gli sceneggiatori dell’evento Jim Zub, Mark Waid e Al Ewing hanno voluto parlare della serie e del personaggio di Conan.
Ewing: Jim conosce e ama Conan a un livello che noi due non possiamo nemmeno immaginare, anche se mi sono scoperto a voler bene a questo marcantonio, il quale entra nella nostra storia in un momento molto specifico della sua vita.
Zub: Scrivere nuovamente il personaggio di Conan è per me una gioia, come sanno tutti quelli che hanno letto la lettera aperta che ho pubblicato sul numero #5. Quando abbiamo avuto il via libera per utilizzare il barbaro, ho voluto assicurarmi che facessimo il nostro compito con diligenza e che studiassimo con precisione il momento della sua vita, in termini di storie Marvel, che avremmo raccontato.
Non ci sarà bisogno di rileggere vecchi albi per capire la storia, ma io so a che punto siamo della sua parabola, e questo informa in maniera importante il comportamento di Conan e le sue reazioni. Abbiamo di fronte un personaggio nel pieno della giovinezza, subito dopo le avventure di La regina della costa nera, potente e capace, ma anche con un sacco di oscurità personali nel cuore.
Waid : La sua interazione con Visione sarà affascinante. Conan ha davvero ben poche idee su cosa fare con lui, e i momenti in cui interagiscono sono bizzarri in maniera imprevedibile.
Ewing: Mi sono trovato in una posizione simile con Ercole. In apparenza sono personaggi abbastanza simili, ma hanno due caratteri molto differenti, sia all’inizio che, specialmente, alla fine della storia. Non hanno grande rapporto, ma anche solo metterli insieme nella stessa stanza crea un contrasto affascinante. Anche se questo è molto più significativo per Ercole che per Conan.
I due si sono anche espressi sull’idea di introdurre un personaggio cosi diverso dagli standard classici della testata:
Zub: Capisco che molti pensino, per istinto, che non sia giusto mescolare personaggi che vengono da atmosfere narrative così distanti come gli Avengers e Conan, ma la storia ci ha mostrato in varie occasioni che i fumetti sono la sede giusta per andare fuori di testa e tentare cose che nessuno ha mai fatto. C’è una ragione per cui Cinema e Televisione sono a caccia del potenziale che i comics hanno da sempre e credo che una componente importante sia il fatto che noi, nel nostro medium, corriamo più rischi e creiamo molte più storie bizzarre.
L’Universo Marvel ha ingredienti non troppo distanti da quelli dell’Era Hyboriana. Antiche forze malvagie, alieni, dei millenari che hanno lasciato il loro marchio su certi luoghi e i loro popoli. Fantasy e magia sono una parte importante dell’Universo Marvel, come l’orrore, le avventure spaziali folli e i criminali metropolitani. Conan non è certo la figura più strana che è entrata a far parte del suo canone.
Ewing: Avremmo potuto inventarci un personaggio che gli somigliava o includere nel cast qualche personalità già nota, proveniente da un’altra dimensione o da un universo parallelo. Non avrebbe avuto lo stesso effetto. La gente riconosce l’originale quando lo vede e l’energia che porta con sé. C’è una specie di scarica di eccitazione, un potenziale, c’è qualcosa che non si può mai replicare con personaggi analoghi. E so che i lettori che hanno letto il numero #5 della serie hanno sentito quella scarica.
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