Si è concluso con il 6 volume italiano ( edito da BAO publishing) il percorso originariamente lungo 32 capitoli di Descender, la saga Sci-fi – ma non del tutto- di Jeff Lemire e Dustin Nguyen.
La trama vede i discendenti dell’umanità assieme ad alcune razze aliene fondare fra le stelle il Consiglio Galattico Unito (CGU). Un alleanza fragile che verrà spazzata via 10 anni prima dell’inizio del nostro racconto dall’arrivo di misteriosi robot spaziali chiamati mietitori, che in un attimo hanno decimato la popolazione di ogni pianeta.
Un assalto senza mandante ne motivazione che ha scatenato l’odio verso i robot e una guerra fra diverse fazioni per la libertà, il potere e la sopravvivenza. 10 anni dopo, su un dimenticato e deserto pianeta minerario il risveglio di un androide da compagnia chiamato Tim 21 darà inizio ad una caccia destinata a cambiare il volto dell’intero universo conosciuto.
La serie nel suo insieme è estremamente interessante, ricca di spunti, ma che non riescono a nascondere qualche momento più traballante dove le idee di Lemire si fanno più confuse e nebulose, senza però rovinare l’insieme.
La caratterizzazione dei personaggi robotici è approfondita e sfaccettata, nonostante si riveli poi essere una divisione più netta di quella degli organici, senza la capacità di vedere i grigi fra il bene e il male. Le fazioni che si affrontano sullo scacchiere galattico sono tutte mosse da motivazioni credibili, cosi come i personaggi che le compongono, ognuno pensa di essere nel giusto.
A cambiare le carte in tavola, e non del tutto nel verso giusto, l’introduzione di una nuova variabile, quelli che per l’appunto danno il nome alla saga – i Descender o meglio a “coloro da cui deriva tutta la vita” – una razza inorganica primordiale dalla quale la storia suggerisce noi siamo stati generati.
L’idea è spiazzante, inaspettata, in grado di sorprendere il lettore che difficilmente si può aspettare una svolta di questo tipo, ma la loro introduzione all’interno dell’equilibrio della trama dei 6 volumi porta anche qualche scompenso. La trama con la loro introduzione mostra qualche segno di cedimento, la logica, fino a quel momento lineare inizia ad avere qualche buco e alcune delle situazioni mostrate diventano quasi forzate, prive di quella forza che ne caratterizzava lo scatto iniziale.
Molto di questo senso di confusione si può vedere nella parte finale di Descender, quella che l’autore ha candidamente ammesso d’aver rimaneggiato perchè non girava bene nella sua testa al primo tentativo, probabilmente sono proprio le parti aggiunte o ritoccate successivamente quelle dove il contenuto scricchiola di più.
Il finale è aperto, Lemire ha voluto cambiarlo rispetto all’originale introducendo in un contesto fino a quel momento puramente sci-fi un elemento fantasy come la magia, rendendola parte del suo universo narrativo e mettendola al centro del futuro del progetto: la nuova saga chiamata Ascender.
Gli acquarelli di Dustin Nguyen che fanno da sfondo alla storia di Lemire sono assolutamente il valore aggiunto dell’insieme, strepitosi e delicati – anche se non sempre al 100% perfetti con la natura del progetto.
In sostanza Descender è un prodotto di sicuro valore, da leggere per tutti gli amanti del genere e dell’autore, ma non rappresenta l’apice del potenziale di Lemire.
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[…] Jeff Lemire opera dopo opera è riuscito a entrare nei cuori di moltissimi lettori di tutte le parti del mondo. Dalla sua mente sono nate alcune delle graphic novel più lette degli ultimi anni ed ecco perchè fin dal suo annuncio la serie Netflix Sweet Tooth ha attirato l’attenzione di moltissimi fan. Aggiungeteci poi che nella lista dei produttori di questo show fantasy possiamo trovare il nome di Robert Downey Jr e di sua moglie e che in qualche modo alcune situazioni della trama sembrano scritte proprio nel momento attuale e il gioco è fatto. […]