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Kaiju No. 8 Vol 1 & 2: la recensione

Kaiju No. 8 di Naoya Matsumoto arriva da noi in Italia con un carico di aspettative decisamente alto.

Un hype dato dall’altissimo numero di vendite fuori dai confini del nostro paese (in Giappone ha superato i cinque milioni di copie in circolazione con soli cinque volumi pubblicati) e che la casa editrice Star Comics sembrerebbe aver cavalcato alla grande mettendo sul mercato numerose edizioni del debutto di questo nuovo manga. Ora ovviamente la domande è se tutte queste aspettative saranno portate avanti oppure le premesse collasseranno sotto al peso gigantesco di questo Kaiju?

I Kaiju: mostri giganteschi che improvvisamente appaiono portando morte e distruzione, il Giappone è il paese al mondo col più elevato tasso di occorrenza di queste calamità, al punto che i membri delle Squadre di Difesa Speciali istituite appositamente per combatterli vengono considerati autentici eroi nazionali – come la bella e glaciale Mina Ashiro, acclamato comandante della Terza Unità.

Ma c’è anche chi sognava di combattere questi mostri in prima linea e non ce l’ha fatta, e dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto si è arreso e ora dà il suo contributo occupandosi della rimozione e dello smaltimento delle imponenti carcasse dei kaiju abbattuti. È questo il caso di Kafka Hibino, disilluso trentaduenne, in una strana circostanza una bizzarra creatura s’insinuerà nel suo corpo trasformandolo in un uomo-Kaiju, noto al pubblico e alle forze di difesa come “Kaiju No. 8”. 

Come è facile da immaginare l’opera di Matsumoto ci porta direttamente al mondo dei Tokusatsu (oltre a quello ovvio dei Kaiju), un mondo che negli anni ha saputo ritagliarsi non pochi estimatori anche fuori dal Giappone e che rappresenta un terreno ottimo per costruire un worldbuilding funzionante e che possa attirare i lettori verso l’opera. Background che di fatto rappresenta il traino vero e proprio di questi primi capitoli.

I primi due capitoli disponibili in Italia hanno uno sviluppo abbastanza introduttivo, ci permettono i calarci piano piano in questo mondo dove i Kaiju appaiono in maniera frequente, al punto tale da essere praticamente una cosa normale.
Allo stesso modo questo tipo di sviluppo è perfetto per mostrarci a vita del protagonista Kafka Hibino e introdurci via via una serie di personaggi che andranno quasi certamente a comporre il cast secondario ricorrente, tutti i personaggi per ora hanno una caratterizzazione abbastanza classica e facile da assimilare per il lettore, vedremo se più avanti qualcuno prenderà uno spessore maggiore e caratteristiche un po’ più sfaccettate e intriganti .
Sicuramente è interessante il fatto che Kafka sia un protagonista sulla 30ina, che lo rende fuori età rispetto allo standard anagrafico e permette alla trama di avere un elemento extra su cui giocare quando vuole alleggerire.

Anche dal punto di vista estetico Kaiju No. 8 funziona bene, Naoya Matsumoto adotta uno stile che si adatta bene sia quando gli eventi virano maggiormente verso l’action, sia quando ci si muove in zone più tranquille o addirittura comiche

Una lettura che scorre rapida e che è riuscita ad intrattenerci il giusto, senza però stupire, almeno per ora, ma mostrandosi con le vibes di un classico e sappiamo bene come questa non sia poi una cosa negativa.

Sicuramente si tratta di una partenza che lascia intravedere tutti gli elementi giusti per creare un mix esplosivo e pronto a prendere i lettori, bisognerà però attendere ancora 1 o 2 capitoli però per poter avere più elementi che ci aiutino a dare un giudizio su quanto di questo potenziale verrà sfruttato e se le aspettative altissime saranno rispettate.

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