Il capitano Malik e la ciurma della Vihaan II sono a caccia delle risorse più ambite dell’Universo, ottenibili solo dai titanici cadaveri di Dei alieni spiaggiati ai confini dello spazio conosciuto. Ma, mentre le altri navi autoptiche contendono la carne,i minerali e i metalli che sostengono l’esistenza della razza umana, Malik mira all’impresa che gli consentirà di liberarsi da quel sistema perverso: trovare, primo nella storia, un Dio ancora vivo.
Questa è la trama di Li troviamo solo quando sono morti, una delle novità targate BOOM! Studios che sono arrivate in Italia grazie al lavoro di Edizioni BD
Al timone di questa storia Sci-Fi troviamo Al Ewing, autore già noto per i suoi lavori Marvel, ma che grazie a Immortal Hulk ha fatto il botto piazzandosi nella lista dei nomi i cui movimenti sono da tenere costantemente sotto osservazione. Ad accompagnarlo in questa avventura Simone Di Meo, ragazzo italiano che a suon di belle tavole si sta guadagnando altissimo rispetto dentro i confini USA e non solo.
Il presupposto su cui si basa la trama di fondo di Li troviamo solo quando sono morti è sicuramente uno dei più intriganti che ci sia capitato di leggere nell’ambito del fumetto di fantascienza negli ultimi periodi.
Enormi esseri bellissimi e di natura misteriosa, trovati morti per cause che ignoriamo, come se fossero divinità che sacrificano il loro corpo per sostenerci e venire smembrati da astronavi dotate di bisturi laser, comparendo proprio quando le nostre risorse stavano per finire. Basta leggere queste poche righe per capire come dietro a questo fumetto sci-fi ci sia una vena filosofica abbastanza spessa e interessante che sembra allo stesso tempo sia uno dei motori della storia, sia un tema di fondo in quello che si preannuncia essere come un intreccio di fantascienza e fede.
Ewing costruisce un buon numero d’esordio equilibrato, dove fare convivere con ottimi incastri le parti di world building e di creazione dei personaggi attraverso flashback, con quelle più action e atte a portare avanti la trama, ennesima conferma delle sue doti autoriali.
Li troviamo solo quando sono morti colpisce durissimo con l’impatto delle tavole di Di Meo, scelta azzeccatissima per rappresentare al meglio lo spazio che Ewing ha nella sua testa e renderlo dinamico e cinematografico come deve essere, tagliente come le lame delle astronavi che disegna.
Se la narrazione parte bene, mescolando al suo interno elementi già visti, la componente estetica è la vera bomba di questo primo volume, quella che ci ha fatto prendere in mano il volume ed esplodere nel fatidico fattore wow. Se vi piace lo spazio e lo stile di Di Meo, questa è sicuramente una serie che dovete iniziare, sperando che la mantenga la rotta tracciata.