Il fuoco non può estinguersi mai del tutto. Dipendiamo dal Sole, che incarna l’essenza del fuoco e dalla sua vita dipendiamo noi. Dalla sua estinzione, dunque, dipende la nostra vita.
Forse anche per questo l’ultimo capitolo di ZERO, uno dei titoli più interessanti e innovativi dell’attuale panorama fumettistico statunitense si intitola LA FINE DEL FUOCO (pagg. 144, cartonato, euro 19,90) ed esce il 27 maggio. In questo modo Aleš Kot ci accompagna al termine del suo capolavoro, ammesso che, per una storia del genere, una fine possa davvero esserci.
Partita come una spy-story dalle forti venature action, la serie ideata e scritta da Aleš Kot ha travalicato in corso d’opera i generi, non smettendo mai di indurre il lettore a dubitare di tutto ciò che ha letto fino a quel punto. Una storia poliedrica che, su una base narrativa “alla James Bond”, tratta tematiche profonde e si serve dell’avvicendarsi dei numerosi disegnatori (uno per capitolo) per imporre geniali cambi di registro al racconto. In questo volume finale assistiamo a un crescendo sempre più surreale e lisergico, un viaggio della coscienza attraverso lo spazio e il tempo che mette l’agente segreto Edward Zero di fronte alle vittime che le sue scelte hanno causato.
Ad accompagnare Aleš Kot nel gran finale è un altro nutrito gruppo di eccezionali disegnatori: Ian Bertram, Stathis Tsemberlidis, Robert Sammelin, Tula Lotay, Jordie Bellaire, Clayton Cowles e Tom Muller.
Comments