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Black Hammer Vol 1: La recensione

Negli Anni Jeff Lemire e stato in grado di dare vita a un suo universo supereroistico, quello di Black Hammer, una serie giunta da noi grazie al lavoro di BAO Publishing 

Lemire in questa opera dimostra di amare il mondo dei supereroi – con un occhio di riguardo sulla golden-age del fumetto – e di conoscerne a pieno il mondo, al punto da volerlo riscrivere totalmente da zero sotto la sua lente che a detta dello stesso autore Canadese è una versione del suo Essex Country ma con super .
Ci troviamo quindi a fare la conoscenza con Golden Gail, Madame Dragonfly, Abraham Slam, Barbalien, Talky Walky e di Colonello Weird, grandi eroi di Spiral City, che dopo la più grande battaglia con l‘anti-Dio si ritrovano confinati in una cittadina rurale.

Impossibilitati, per un motivo che non ci viene rivelato in questo primo volume, ad abbandonare il paesino, quelli che una volta erano potentissimi super-eroi ora sono costretti a sopravvivere nella tranquilla campagna degli Stati Uniti, lontani da tutto e alle prese con il dover vivere la vita di tutti i giorni.

Una realtà a cui è decisamente difficile abituarsi per loro, per alcuni ancora più di altri, quasi un evoluzione del concetto tanto caro in casa Marvel di supereroi con superproblemi visto che ora si tratta di persone normali dal glorioso passato.  I protagonisti non sembrano in grado di lasciarsi alle spalle il passato e vivono in una sorta di costante malinconia perenne, in totale difficoltà quando si tratta di amalgamarsi con il resto della popolazione locale.

Unica eccezione sembra essere Abe, da sempre privo di poteri e ormai rassegnato, che si apre al lettore mostrando i suoi tentativi di costruire una famiglia con gli altri membri del gruppo e tentando di integrarsi fino in fondo.

La bravura di Lemire è sicuramente quella di iniziare a introdurci nelle loro psicologie, un lavoro che quasi sicuramente porterà avanti anche nei prossimi volumi.

Ogni personaggio ha i suoi problemi e le sue origini, che in questo primo volume dal taglio introduttivo inizieremo a conoscere, così come inizieremo ad avere qualche accenno sul mistero di uno di loro che è scomparso, Black Hammer.

Dean Ormston ha uno stile grafico di quelli che è difficile pensare per un fumetto di questo stampo, proprio per questo i suoi disegni risultano adattissimi.

Stiamo parlando di una rivisitazione del genere e quindi anche delle sue caratteristiche grafiche, il tratto di Ormston esalta la storia di Jeff , gli dona in qualche modo un piglio diverso dando il tocco di umanità a questi eroi.

Black Hammer è intriso di passione per il mondo del fumetto americano, è pieno di riferimenti e occhiolini per i lettori, con una trama che aggancia il lettore e  lascia una gran voglia di sapere quello che succederà nei prossimi capitoli.

Se amate il genere non potete non dare una possibilità a questa serie.

 

 

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