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Animosity Vol 4: La recensione

La serie Animosity, creata da Marguerite Bennett e Rafael de Latorre e portata da noi in Italia grazie a SaldaPress è giunta al 4 volume, intitolato La città fortezza.

Questo nuovo volume prosegue la storia dei suoi protagonisti in questo mondo dove gli animali sono diventati coscienti, diventando a tutti gli effetti una specie con cui l’umanità deve avere a che fare, in maniera più o meno pacifica.

Questa volta la trama sarà più focalizzata al mondo “umano” rispetto alle precedenti storie, approfondendo la nostra conoscenza di Kyle e della protagonista Jesse, che diventa sempre più adulta e forte con il passare delle avventure.

Il connubio fra la capacità di costruire una micro-storia all’interno di ogni volume e capacità costante di portare avanti la Macro-storia della protagonista e di Sandor è una delle punte di diamante di quest’opera, non avremo mai la sensazione di una storia che si ferma, ma di un mondo complesso e difficile, che uscita dopo uscita mostra al lettore i diversi modi in cui gli umani e gli animali provano a sopravvivere a ogni costo.

La città fortezza è all’apparenza un rifugio perfetto per gli umani, ma se siete amanti delle realtà post-apocalittiche saprete già che questo genere di paradisi nasconde un lato oscuro.

Animosity 4 ci racconta di una realtà chiusa, rigida, interessata solamente alla missione principale quella del ripopolamento, una visione spietata figlia di un mondo che sta mettendo l’umanità in una situazione decisamente drammatica, che Marguerite Bennett decide di mostrarci in tutta la sua crudezza, mettendo davanti al lettore una serie di questioni morali reali e concrete. 

 Se avete amato i capitoli precedenti di Animosity, non possiamo che continuare a consigliarvi questa lettura, buona dal punto di vista della storia e della grafica.

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